di Remigia Spagnolo, fondatrice di Professional Dreamers Project (www.professionaldreamersproject.com) e autrice del volume pubblicato da Franco Angeli "Appuntamento con il tuo sogno professionale. Una bussola per orientarsi alla ricerca delle proprie potenzialità" in uscita nelle librerie il 20 maggio (il volume contiene un intero capitolo dedicato al Sogno dell’Umano, analizzato con il modello dell’autrice della trama-ordito e delle quattro saggezze clandestine del sogno).
A 20 anni feci un viaggio a Londra, in Vespa con degli amici. Partimmo all’avventura con tre moto e una tenda.
Fu lì che, con la mia Vespa, vidi invece le “supermoto”,
cavalcate da quei “cavalieri vestiti di nero”: indossavano quelle che allora erano le prime tute di pelle. Fu così che quando tornai elaborai un’idea su ciò che mi aveva colpito e mi dissi:
"io mi faccio dei vestiti di pelle
per andare in moto".
Lino Dainese, intervista di Remigia Spagnolo, gennaio 2011.
Definisco il sogno professionale come una realtà che, sfidata dalla volontà e dal senso di possibilità del sognatore, si rivela progressivamente con accadimenti, opportunità, coincidenze significative, con più fantasia di quanta ne abbia la più fervida immaginazione. Un mistero, certo, ma con un suo preciso funzionamento di cui possiamo arrivare ad intuirne segnali e fili conduttori, come vedremo anche nei prossimi post. Tutti siamo disegnati per sognare.
Nello specifico, qui descriverò un luogo in cui il protagonista è il Sogno dell’Umano, con i suoi Sognatori, coinvolti in un “viaggio-meta” che prosegue ancora oggi verso la realizzazione dell’impossibile:
DAR- Dainese Archivio, Vicenza.
DAR racconta il sogno di proteggere l’umano nei sogni di velocità e mobilità in situazioni sfidanti, ordinarie e straordinarie, già “oltre i confini”, verso gli spazi del futuro che accoglieranno l’umano. Rivelatosi al suo sognatore Lino Dainese quando aveva 20 anni, il sogno è stato da lui accolto, esplorato, nutrito e condiviso, trasformato in un’esperienza imprenditoriale e di ricerca nel 1972, con altri sognatori, i suoi “compagni di viaggio” (atleti, collaboratori, clienti, professionisti, enti di ricerca).
DAR è stato realizzato per raccontare le fasi di realizzazione del sogno e per ispirare ragazzi e adulti a Sognare, realizzare progetti, immaginare l’Impensabile ancor prima dell’Impossibile, per trasformarli in Possibili, fino a farli diventare nuove Realtà.
DAR racconta il sogno di sfidare ed estendere i limiti del corpo umano, supportato da protezioni e sistemi di sicurezza realizzati grazie allo studio degli animali in natura e ai ritrovati tecnologici, frutto di ultimi studi e ricerche derivati dalle scienze fisiche e biologiche, ingegneristiche, ergonomiche, dell’intelligenza artificiale.
Non mancano gli stimoli mitici e mitologici, come vi descriverò in post successivi.
Perché usare la parola Archivio invece di Museo del Sogno? Perché, come Dainese ha osservato, il Sogno è Documento.
Un archivio di esperienze.
Un archivio con la funzione di istruire e ispirare le nuove generazioni sul processo del “sognare”, non meno di quanto facciano le scuole e le istituzioni universitarie nell’insegnare i diversi ambiti disciplinari.
L’area espositiva del DAR è preceduta da uno spazio che esibisce dei disegni di studio del marchio degli anni 70 del secolo scorso
(il Diavoletto-Fauno) e dalla storia delle protezioni intrecciate alle sfide e vittorie dei cavalieri moderni: i centauri della moto e gli atleti che le hanno usate.
Si entra in un luogo adrenalinico riempito di umano e di esperienze dell’umano, dove i prodotti appaiono in secondo piano. Il viaggio è accompagnato da musiche lente e suoni provenienti da video che si alternano, con le voci dei piloti e atleti che raccontano delle
loro esperienze.
Si viene introdotti ai racconti attraverso documenti che parlano del sogno di libera mobilità e velocità sulla Terra, ma anche negli spazi e pianeti da vivere nel futuro.
Tute indossate e provate degli eroi, i centauri leggendari del Motomondiale, che documentano le dinamiche delle loro cadute e la storia delle protezioni.
Come osserva Dainese, le tute appaiono come guerrieri cristallizzati, dopo la battaglia.
Sono l’evoluzione in vestibilità e colore di quei cavalieri vestiti di nero dell’incontro profetico avvenuto nel suo viaggio a Londra.
Sono i piloti della moto, come se corressero con lancia in resta verso il podio. Non sfruttatori della velocità, ma creatori di nuovi limiti, centauri nell’universo.
La velocità si misura tra un punto d’inizio e un punto di arrivo, il viaggio-meta di DAR è in realtà non un’esposizione di una serie di prodotti a dimostrare la bravura di un sognatore e dei suoi compagni di viaggio, ma un viaggio-meta nel cuore dell’uomo, fatto di superamento della paura e di coraggio, di compartecipazione, di emozione misurata ma profonda. Un viaggio fatto di andata e ritorno, ma anche di nuove partenze. Alcuni video-documentari in DAR raccontano i contesti che sfidano gli eroi: il Mountain Circuit, sede del Tourist Trophy dell’Isola di Man; la Dakar del mito; le nuove sfide anche nello sci alpino da discesa con l’uso dell’air-bag sul corpo grazie alla “svolta”: l’incorporazione nei prodotti e sistemi di protezione delle tecnologie all’avanguardia e l’intuizione del sistema testa-piedi, “una visione progettuale in cui l’abbigliamento del motociclista non è più la semplice aggregazione di componenti concepiti separatamente, ma diventa un sistema organico, in cui ogni parte è progettata e prodotta tenendo conto dei rapporti ergonomici, funzionali e aerodinamici che la legano alle altre” (descrizione di DAR – Dainese Archivio).
Il viaggio nell’Archivio produce nella mente del visitatore un effetto catartico: la concentrazione prestata nelle storie incredibili e super-umane raccontate dai piloti e dai “documenti” dell’uomo sognatore che varca ed esplora l’Impossibile, sgombra la mente dalle scorie delle preoccupazioni del quotidiano.
I prodotti diventano dei progetti industriali di studio e ricerca multidisciplinare, al punto da inaugurare un altro nuovo ambito di ricerca, quello del “design dell’aria” che include lo studio della pneumatica, unito all’ergonomia e a speciali sacchi ad espansione controllata. L’aria, da usare non solo per proteggere gli sportivi e gli atleti, ma anche l’uomo in contesti ordinari o straordinari a rischio sulla terra: (lavoratori edili, soldati, bambini, malati di epilessia, riabilitazione motoria, uomini in terre dalle temperature estreme, come ad esempio l’Antartide) e nello spazio (Bio-suit, la tuta che vestirà l’umano su Marte e la sotto-tuta Skin Suit, che ha il compito di riprodurre nello spazio gli effetti della gravità terrestre: entrambe in collaborazione con la NASA).
La finalità principale della realizzazione di DAR diviene evidente nel laboratorio didattico per i ragazzi delle scuole. Realizzare un Archivio che documenti i passaggi del sogno è un modo per insegnare a sognare. Altri futuri sognatori potranno essere stimolati a sognare in aree e settori disciplinari prescelti tra i tanti proposti, ove possano esprimere le loro passioni e la voglia di costruire competenze. DAR insegna che si possono pensare e utilizzare i prodotti della scienza e della tecnologia non in modo possessivo, da sfruttatore, senza intelligenza né sensibilità, ma come futuro creatore ed esploratore di nuovi confini.
Il visitatore potrà arrivare a comprendere che, se l’umano arriva a concepire un algoritmo di attivazione e ad integrarlo come intelligenza di sistema all’interno di una protezione (come ad esempio l’air-bag sul corpo umano che esplode per prevenire e minimizzare i danni da gravi incidenti), è perché dentro di lui dimora l’affascinante algoritmo generato dall’incontro con il sogno - che fa esplodere soluzioni straordinarie prima impensabili – nel quale valori, idee, competenze si incontrano con una missione da compiere e la voglia di solcare nuovi orizzonti.
Aggiungo che dovrebbero sorgere più spesso dei luoghi così, per sviluppare quella che ho chiamato “intelligenza del sogno (diurno e professionale)”, delle moderne cattedrali dei sogni. Non solo per raccontare il cosa e il come dei fatti, delle intuizioni e degli accadimenti che hanno permesso di realizzare opere visionarie, ovviamente importanti e da raccontare, ma per indagare e cercare di spiegare il perché il sogno dimora nell’umano, perché gli si è permesso di rivelarsi e lo si è nutrito fino a realizzarlo superando le difficoltà e vedendo le opportunità ancor prima degli ostacoli e delle difficoltà. Per addentrarsi sempre più nel mistero e nella magia che il sogno libera all’esterno. Per scoprirne le leggi di funzionamento facendo convergere nell’analisi gli aspetti psicologici, antropologici, sociologici, spirituali, scientifici, come sto cercando di fare io.
Siamo tutti sognatori e viandanti, desiderosi di un ignoto promettente, ma ognuno di noi con un fine unico, diverso da tutti gli altri. Giocando con la proprietà transitiva per esprimere ciò che penso, mi viene da dire che poiché ad ogni destino si accompagna un sogno individuale, e poiché tutti abbiamo un destino all’interno di una collettività, ergo, tutti abbiamo un sogno che stiamo in qualche modo condividendo con gli altri. Ma la domanda è: siamo consapevoli che dentro di noi dimora un sogno da individuare e assecondare? Se la risposta è sì, e magari l’avete già anche individuato, occorre però porsene un’altra: lo stiamo in qualche modo boicottando o evitando perché non abbiamo compreso e superato le nostre fragilità che lo ostacolano, o lo stiamo nutrendo ed esprimendo in modo appropriato, genuino, in modo da progredire personalmente e collettivamente? Tratto dal libro di Remigia Spagnolo "Appuntamento con il tuo sogno professionale. Una bussola per orientarsi alla ricerca delle proprie potenzialità"
Un “libro-bussola” dal linguaggio semplice e stimolante, per percorrere un viaggio dentro e fuori di sé alla scoperta delle proprie potenzialità e alla realizzazione di cosa veramente si desidera, con test, esercizi e preziosi stimoli di riflessione.
Un libro per lavoratori di qualsiasi professione, settore o profilo, giovani e meno giovani, che vogliano conoscersi meglio e partire dalla consapevolezza della propria originalità e unicità.
Un libro dall’approccio originale e innovativo che utilizza abilmente esempi, racconti e metafore, fondati su solide basi di studio e di ricerca. Il sogno professionale appare qui come una realtà che, sfidata dalla volontà e dal senso di possibilità del sognatore-lavoratore, si rivela progressivamente con accadimenti, opportunità, coincidenze significative, con più fantasia di quanta ne abbia la più fervida immaginazione.
“Nel libro potrete individuare che tipo di sognatore siete, e offrirò suggerimenti su come sviluppare l’intelligenza del sogno che potrete mettere in campo. Vi proporrò due modelli per meglio comprendere il funzionamento del sogno: il modello del telaio e della trama-ordito e delle quattro saggezze clandestine del sogno e il modello dell’ignoto promettente, fornendovi degli esempi pratici e delle proposte per poter lavorare sul vostro sogno con strumenti psicologici adeguati alla sfida, comprese le indicazioni per disegnarne la trama, e un sistema di navigazione – il GPS del Sogno – che vi accompagnerà nel vostro viaggio.
Nell’ottavo capitolo del libro parlo del sogno realizzato e ancora in progress di Dainese – il sogno individuale che diventa collettivo – dove potrete cogliere la sintesi di tutto quello che avrete letto nelle pagine precedenti e che potrà ispirarvi a individuare e realizzare, analizzare il vostro, individuale o collettivo (sociale e/o di impresa)”
Remigia Spagnolo